Journal De Bruxelles - Bologna omaggia Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla morte

Bologna omaggia Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla morte
Bologna omaggia Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla morte

Bologna omaggia Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla morte

Dal 30 ottobre una mostra e una maratona di film

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In occasione del 50esimo anniversario dall'assassinio di Pier Paolo Pasolini (avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 novembre 1975 all'Idroscalo di Ostia), Bologna (città natale del poeta e regista) e la sua Cineteca gli dedicano una mostra e una retrospettiva cinematografica. La prima, 'Pasolini. Anatomia di un omicidio', ricostruisce le settimane che hanno preceduto la morte e sarà visitabile dal 30 ottobre all'8 febbraio alla Galleria Modernissimo, lo spazio espositivo a fianco al Cinema Modernissimo dove, invece, dal 1 novembre e per tutto il mese ci sarà la Maratona Pasolini con un programma di proiezioni incentrato su alcuni suoi film e interventi televisivi che, dagli anni Sessanta al 1975, hanno scandito la sua vita pubblica. Si comincia con il restaurato 'Pasolini, un delitto italiano' girato nel 1995 da Marco Tullio Giordana che lo introdurrà: "I suoi sono film ancora scottanti: - ha spiegato Giordana alla presentazione del progetto - non sono ceneri spente, ma sono tizzoni; un cinema che oggi nessuno saprebbe fare, proprio perché ha una carica che i fascisti dicevano eversiva, ma che oggi diremmo di descrizione della realtà senza infingimenti". A mezzanotte tra sabato 1 e domenica 2 novembre, la proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma, ultimo film di Pasolini, e a seguire altri film e documentari. La mostra, curata dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, da Marco Antonio Bazzocchi e da Andrea Speranzoni, documenta la vicenda pasoliniana a partire dalla tesi fornita dal suo assassino materiale, Pino Pelosi, che attribuiva allo scrittore la responsabilità morale del proprio omicidio. Video presi a prestito dalle Teche Rai, ritagli di giornali sulle cronache di quei giorni, i numerosissimi articoli che Pasolini ha pubblicato sul Corriere della Sera (a partire dal celebre "lo so", il j'accuse con cui denunciò, senza fare alcun nome, l'intera classe politica italiana), la sua ultima intervista; ma anche i suoi ritratti, la sua scrivania e persino la ricostruzione della scena del crimine, col finto cadavere davanti alla gigantografia dei tanti curiosi che osservavano, sono mostrati nel percorso espositivo arricchito da numerosi audio ascoltabili attraverso un'apposita applicazione. Il tutto a testimonianza della sua fervente attività politica e artistica: "Una ferita che non è stata rimarginata da una verità processuale", ha ricordato Farinelli.

K.Willems--JdB