

Steve Martin, 80 anni con zero segni di stanchezza
Dalla Pantera Rosa a Snl e Only Murders col banjo sotto braccio
(di Alessandra Baldini) Fa da guida alle raccolte senza tempo della Frick Collection. Confeziona vignette satiriche contro i no-vax sul New Yorker. Protagonista di una serie di successo planetario accanto a Martin Short, Selena Gomez e Meryl Streep. Questo è Steve Martin oggi: ottant'anni il 14 agosto e zero segni di stanchezza. "Sono perfettamente mio agio con la vecchiaia. In realtà per me l'anno più difficile è stato a 77 anni. Sono dislessico e non sapevo se ne facevo 77 o 70 volte sette", ha detto la superstar di Only Murders in the Building intervistato sul Jimmy Kimmel Show in occasione dell'uscita del nuovo libro-antologia Steve Martin Writes the Written Word. Martin ha scherzato sui suoi piani da neo-ottuagenuario: "Comincerò a prendere l'Ozempic e a mangiare da McDonald's tre volte al giorno. Vedremo alla fine chi vince". Nato il 14 agosto 1945 a Waco, Texas, cresciuto in California, Steve Martin iniziò vendendo guide turistiche a Disneyland e facendo giochi di prestigio in un negozio di magia. "All'epoca pensavo che la cosa più difficile fosse far sparire un coniglio. Poi ho provato a scrivere una buona battuta", ha raccontato. Influenzato da Charlie Chaplin, Laurel e Hardy, Jerry Lewis e Woody Allen, negli anni '70 Steve esplode nei club di cabaret e sul Saturday Night Live di prima generazione imponendo un umorismo nonsense e surreale che mescola gag visive, assurdità linguistiche e il fedele banjo. Gli anni '80 e '90 (quando ormai i capelli gli sono diventati precocemente bianchi) diventano il suo regno: Roxanne, Parenthood, Planes, Trains and Automobiles, Father of the Bride, poi, entrato nel nuovo millennio, i due Pantera Rosa del 2006 e 2009 nei passi dell'ispettore Jacques Clouseau. Sempre diverso e sempre inaspettato - capace di passare dalla commedia romantica al road movie senza perdere il tocco personale - Martin ha influenzato una nuova generazione di comici da Tina Fey a Steve Carell, Conan O'Brien, Jon Stewart e Stephen Colbert. Il banjo per lui non è un hobby, ma un linguaggio. Martin ha inciso album di musica bluegrass e vinto ai Grammy. Ci sono poi i romanzi, racconti, sceneggiature scritti con una penna affilata quanto il suo senso del ritmo. Passano i decenni ma non la vitalità: dal 2021, la serie Hulu/Disney+ Only Murders in the Building ha riportato Steve al centro della scena. Mistero, ironia e malinconia dosati alla perfezione, Martin ha formato con Short e la Gomez un trio irresistibile. A ottant'anni (padre a 66 di una figlia oggi tredicenne) è chiaro che questo attore non ha intenzione di fermarsi: "Amo il lavoro. Amo il silenzio tra una risata e l'altra". Martin è la prova vivente che la comicità è un'arte che non invecchia. Il suo segreto resta la curiosità che ha ispirato tra l'altro la passione per l'arte, cominciata con l'acquisto di una stampa di Ed Ruscha nel 1968 e coltivata negli anni al fianco della seconda moglie Anne Stringfield, con l'ingresso in casa di opere di Roy Lichtenstein, Pablo Picasso, David Hockney, e di un Edward Hopper: Hotel Window del 1955, venduto da Sotheby's nel 2006 per quasi 27 milioni di dollari. Con queste credenziali di esperto, Steve ha fatto da guida in video alla riapertura della Frick, tornata nella magione storica su Fifth Avenue dopo il lungo lavoro di restauro.
O.M.Jacobs--JdB