Journal De Bruxelles - Epidemie, da smartphone e comportamento i nuovi dati per capirle

Epidemie, da smartphone e comportamento i nuovi dati per capirle
Epidemie, da smartphone e comportamento i nuovi dati per capirle

Epidemie, da smartphone e comportamento i nuovi dati per capirle

Colizza, modelli matematici nuovi da dati non convenzionali

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I dati degli smartphone per ricostruire gli spostamenti e quelli che descrivono il comportamento umano per capire come le infezioni si propagano nello spazio: stanno cambiando così i dati che alimentano i modelli matematici che descrivono l'andamento delle epidemie. Li ha descritti la matematica Vittoria Colizza dell'Insern, l'Istituto nazionale francese per la sanità e la ricerca medica, nel convegno dell'Accademia dei Lincei sulle emergenze virali. "Fino alla pandemia di Covid-19 c'era dall'ottimismo dei Big Data, ma poi è stato necessario semplificare gli approcci per fornire risposte in tempo reale", ha detto Colizza all'ANSA. "La pandemia stessa ci ha spinto a sviluppare approcci matematici, computazionali e statistici in grado di descrivere quanto stava accadendo e per capire i meccanismi della diffusione, in modo da fornire informazioni utili alle autorità", ha aggiunto. Il risultato è che "oggi ci si focalizza sull'utilizzo di dati non convenzionali, come quelli dei telefoni cellulari, che ci hanno aiutato a definire e anticipare la propagazione spaziale della pandemia da un luogo all'altro e a caratterizzare gli effetti del distanziamento sociale". Per esempio, ha proseguito, nella prima ondata della pandemia di Covid-19 dati come questi "ci hanno permesso di anticipare che lockdown stava funzionando". I nuovi modelli matematici e le loro possibilità più ampie hanno anche ispirato i cinque pilastri che costituiscono la visione strategica del nuovo Centro per la risposta pandemica dell'Università Sorbona. Innazitutto, ha detto l'esperta, si deve tenere conto del comportamento umano, in secondo luogo si punta a progettare misure di salute pubblica di precisione, mirate dove c'è bisogno e adattabili in tempo reale all'evoluzione dell'epidemia. Ci si muove poi in una prospettiva globale e secondo un approccio One Health, ce non consideri cioè solo gli esserii umani, ma il mondo animale e l'ambiente. "Va ripensata la nostra capacità di essere pronti alla risposta prima e durante l'epidemia, di considerare gli elementi di interfaccia e di cooperazione tra gli aspetti scientifici e di salute pubblica: sono capacità - ha rilevato - da allenare in tempo di pace".

E.Carlier--JdB