Mpox, a settembre casi scendono a 3.135 ma resta il rischio
Continua la diffusione del ceppo Ib fuori dall'Africa
A quasi due mesi dalla fine dello stato di emergenza dichiarata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, continua a rallentare l'epidemia di mpox nel mondo. A settembre sono stati registrati 3.135 casi, con un calo del 17% rispetto ad agosto. Sono stati 12 i decessi, rispetto ai 15 del mese precedente. È quanto emerge dall'ultimo bollettino dell'Oms. Nonostante la flessione, l'Oms invita a non abbassare la guardia: "Quando le epidemie di mpox non vengono rapidamente contenute e la trasmissione inter-umana non viene interrotta, sussiste il rischio di una trasmissione sostenuta nella comunità", afferma. Diversi i segnali di preoccupazione. Anche se l'80% dei casi registrati lo scorso mese è stato registrato in Africa, il ceppo Ib (inizialmente confinato nell'area centroafricana) continua a diffondersi: nell'ultimo mese hanno registrato un primo caso Malesia, Namibia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Nuovi casi di mpox dovuti al clade Ib sono stati identificati in viaggiatori anche in Belgio, Canada, Germania, Italia, Qatar e Spagna. Il rapporto evidenzia inoltre che il ceppo Ib è stato riscontrato in 5 uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. "Questi casi forniscono la prima prova di una circolazione precedentemente non rilevata di questo ceppo virale all'interno di questa popolazione a rischio, in cui dal 2022 era stato segnalato solo il clade IIb del virus mpox", aggiunge l'Oms.
S.Vandenberghe--JdB
