

La nave scuola 'Vespucci' dopo tre anni torna nella sua città
Da oggi al porto di Napoli, allestito il 'Villaggio IN Italia'
È la nave più vetusta della Marina Militare italiana, essendo nata 94 anni fa nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, ma nonostante l'età mantiene ancora intatto il suo fascino. Questa mattina la nave scuola 'Amerigo Vespucci' è tornata nel porto di Napoli dopo aver incrociato al largo della cittadina stabiese nave Atlante, unità ausiliaria di supporto logistico varata da pochissimo tempo. Al comando del capitano di vascello Giuseppe Lai il Vespucci ha fatto ingresso al molo Beverello dove è stato allestito anche il 'Villaggio IN Italia' ed è stata accolta dalle autorità cittadine, da quelle militari e dal prefetto di Napoli, Michele di Bari. Nel capoluogo campano resterà per quattro giorni e sarà visitata da tantissime persone. Già oggi erano numerose le scolaresche presenti. Duecentocinquanta uomini di equipaggio (che possono superare anche i 400 quando sono imbarcati gli allievi della prima classe del ruolo normale dell'Accademia militare di Livorno), il Vespucci non è solo una nave scuola, ma da tempo è diventata anche ambasciatrice delle eccellenze italiane nel mondo. Per 20 mesi ha portato in 30 Paesi all'estero la cultura, la storia, l'innovazione, la gastronomia, la scienza, la ricerca, la tecnologia e l'industria del nostro Paese. Per il Vespucci si è trattato di un ritorno a Napoli: è stato già molte volte in passato nelle acque antistanti il Maschio Angioino. L'ultima tre anni fa. "Tornare a Napoli è sempre un'emozione - ha detto con orgoglio il comandante - un'emozione dettata dai forti legami della nave con la città. Sono molti i campani e i napoletani imbarcati sul Vespucci ed i natali della nave sono campani". Una nave che, ha sottolineato Lai al comando della Vespucci da circa due anni, "ha sempre qualcosa da insegnare. Nasce per insegnare innanzitutto agli allievi dell'Accademia. Imparano a navigare nella maniera più tradizionale, che è quella della navigazione a vela, ma imparano soprattutto che attraverso il sacrificio ed il lavoro di gruppo non c'è nulla che non possa essere fatto e realizzato". Poi, riferendosi alla sua esperienza personale, ha sottolineato che "è bellissima, ti lascia con il fiato sospeso. Per me era un sogno diventare ufficiale di Marina e anche di viaggiare. E poterlo fare da comandante, su una nave di quasi 100 anni e fare quello che non è un viaggio ma 'il' viaggio per antonomasia, ovvero il giro del mondo, per un marinaio è la soddisfazione massima".
Y.Niessen--JdB