

Colombia, il Senato affossa i referendum sul lavoro di Petro
Il presidente denuncia brogli e chiede la mobilitazione popolare
Il Senato della Colombia ha affossato le 12 domande del referendum popolare sul lavoro proposto dal presidente del Paese sudamericano, Gustavo Petro. Con una votazione di 49 voti contrari e 47 favorevoli, l'opposizione ha inflitto a Petro una pesante sconfitta politica in Parlamento. Lo rendono noto i principali media colombiani. Petro ha però denunciato una frode nel voto odierno in Senato: "La consultazione popolare non è stata affossata. L'hanno affossata con una frode, come il 19 aprile 1970", ha scritto sul suo account di X facendo riferimento alla presunta frode alle presidenziali colombiane di 55 anni da cui prese il nome il movimento guerrigliero di sinistra M-19, di cui fu membro lo stesso Petro. Dalla Cina, dove è in viaggio ufficiale, ha accusato il presidente del Senato, Efraín Cepeda (dell'opposizione di destra), che "sapendo che stavano per entrare i voti che ci davano la maggioranza, ha chiuso la votazione. Siamo di fronte a una frode ed è il popolo deve decidere". "Oggi hanno barato", gli ha fatto eco il ministro dell'Interno, Armando Benedetti. Petro ha poi chiamato alla mobilitazione popolare: "Propongo immediatamente la riunione delle centrali sindacali, della coordinazione contadina, dei comitati di azione comunale, dei comitati giovanili di quartiere e del movimento indigeno per fare il passo successivo", ha scritto su X appellandosi all'esercito e alla polizia affinché proteggano le persone che scenderanno in piazza per manifestare, riporta il sito di El País. "Ora spetta al coordinamento del movimento popolare dare i passi da seguire, secondo Costituzione. Il popolo non si mette a tacere con gli inganni e io sono pronto per quello che il popolo deciderà". Pochi minuti prima del voto sul referendum, la maggioranza del plenario aveva deciso di rilanciare la riforma del lavoro del presidente colombiano che era stata bocciata a marzo dalla settima commissione del Senato e, dunque, il dibattito legislativo sulla riforma dovrebbe ritornare al Legislativo.
H.Dierckx--JdB