Amnesty, 2 miliardi di persone a rischio per i pozzi petroliferi
Allarme alla Cop30 di Belém: pericoloso vivere vicino a impianti
Quasi due miliardi di persone - un quarto della popolazione mondiale - vivono vicino a infrastrutture legate ai combustibili fossili e sono quindi esposte a gravi rischi ambientali e sanitari. Lo rivela un rapporto pubblicato da Amnesty International a margine della Cop30, in corso a Belém, in Brasile. Secondo lo studio, realizzato in collaborazione con l'Università del Colorado, il ciclo di vita dei combustibili fossili "distrugge ecosistemi insostituibili e compromette i diritti umani", soprattutto per chi vive nei pressi di impianti di carbone, petrolio e gas. Il rapporto stima che 520 milioni di bambini abitino a meno di cinque chilometri da installazioni petrolifere o simili. Gli esperti avvertono che la continua espansione del settore dei combustibili fossili potrebbe mettere a rischio altri 135 milioni di persone nei prossimi anni. In particolare, si registra un aumento delle centrali e delle miniere di carbone in Cina e in India. Il documento riporta anche testimonianze dirette di pescatori in Brasile, difensori delle terre indigene in Canada e comunità costiere in Senegal, tutte colpite dagli effetti dell'industria fossile. Per Amnesty le cifre reali potrebbero essere ancora più alte, a causa della scarsa documentazione sui progetti e delle lacune nei censimenti nazionali. Alla Cop30, l'organizzazione ha chiesto un'azione urgente per fermare l'espansione del settore e proteggere le popolazioni esposte agli effetti della crisi climatica.
Y.Simon--JdB